SCUSATE SIAMO APERTI
Teatro Talia diTagliacozzo
A cura di Arianna Sera
Due parole in antitesi, “apertura” e “chiusura”, hanno caratterizzato gli ultimi anni della nostra vita, interrompendo forzatamente l’interazione tra individui. Un alternarsi e susseguirsi di decreti e zone di colore differente, che hanno sospeso e digitalizzato l’esistenza collettiva.
“Scusate siamo aperti” è anche l’accezione contraria di una delle indicazioni pubblicitarie più riconoscibili di sempre: “we are open!”. Un’insegna ricorrente e iconica distinguibile a tutti, che invoglia ad entrare e non a distanziare. Una scritta a cui non facevamo più caso, ma che oggi è divenuta simbolo della lotta alla resilienza per tutte le attività.
La mostra, infatti, indaga attraverso la visione personale di diciannove artisti, l’etica e il comportamento dell’essere umano nelle sue molteplici sfumature. Una visione antropocentrica e reale dell’uomo, in quanto genere umano, divenuto però carnefice di se stesso.
Il titolo dell’esposizione “Scusate siamo aperti” risulta in sostanza una metafora che recita: “guardate siamo qui! Occupiamo un posto nella società, seppur in piedi e scusateci per questo”. Un impetrare perdono, tra generazioni e tra culture, perché qualcuno, prima di noi, ha deciso di abusarne senza il nostro permesso.
La storia raccontata dagli artisti è una visione intima e progressiva di un viaggio personale attraverso l’anima sensibile. Le opere si trasformano quindi in rinunce e denunce sociali, mediante narrazioni, paesaggi metafisici, violenze di genere e fatti di cronaca.
La mostra infine esalta il superamento di un periodo storico, caratterizzato da un evento importante, accaduto un secolo fa, o un minuto fa. Divenuto storia e verità, che ha portato ad un cambiamento collettivo e che, nonostante le macerie permanenti su quel campo chiamato Vita, si trasforma, attraverso l’arte, in speranza.
Le opere in dialogo rappresentano la contemplazione del mondo attraverso finestre di quadri, installazioni e fotografie. Un’eloquente pratica vis-à-vis, un "guardare fuori per guardarsi dentro" e sentire il profumo del passato, per dare il giusto valore al presente e
come afferma la scrittrice belga Amèlie Nothomb: "Finché esisteranno finestre, anche l’essere umano più umile della terra avrà la sua parte di libertà".
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Artisti: Matteo Bagolin, Lorena Bernardi, Maria Rachele Branca, Carlo Chiatti, Francesco Campese, Raffaele Castiglione Morelli, Emanuele Censi, Alessandra Condello, Alessandro D’Aquila, Fabio Grande, Fabio Mariani, Guglielmo Mattei, Francesco Marcangeli, Emanuele Moretti, Pieraldo Mercuri, Filippo Saccà, Alessandro Sanditico Petriello, Ricardo Aleodor Venturi e Stefano Volpe.
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